Ci si può innamorare di un paese, di una località, di un luogo? Tutto è possibile.
Generalmente ci si innamora del proprio paese di origine, poi magari quando ci si sposta, del nuovo paese adottivo.
Ebbene ci si può innamorare anche di un luogo dove si va in vacanza.
Vediamo qualche motivo per innamorarsi di Aprica.…
Aprica è un paesino valtellinese di circa 1600 abitanti, ma che diventa un paesone di 44.000 anime quando si popola di turisti e di coloro che hanno la seconda casa.
E’ incredibile la trasformazione numerica che può avvenire nei week end e nei periodi di festività o vacanza.
Arrivando dalla parte valtellinese ovvero da Sondrio, la strada da percorrere per 17 km è la strada Statale 38 dello Stelvio, poi a Tresenda si svolta a destra e si prende la provinciale per circa altri 13 km. E’ una strada piena di curve e se qualcuno a bordo con te in auto soffre il mal d’auto, guida con prudenza e calma, magari facendo qualche sosta per ammirare il paesaggio intorno. Però ne vale davvero la pena.
Aprica è un passo 1181 m sldm, un valico tra la Valtellina e la Valcamonica. Non devi però immaginarti il classico cucuzzolo della montagna, in quanto il paese è pianeggiante e si estende in una piana per circa 3 km.
La strada divide in due il paese che ti accoglie a destra e a sinistra. Case, negozi, ristoranti, alberghi, tutto subito a disposizione.
Tanti comodi parcheggi sulla strada e cosa non da poco, non sono a pagamento. In Aprica ci sono ancora i parcheggi con le strisce bianche, GRATIS!
Arrivando in centro c’è un bellissimo arco di legno che sovrasta la strada principale, e ti da il benvenuto.
Nelle festività è bellissimo decorato con le luminarie che lo fanno apparire ancora più importante e imponente.
Ti senti il benvenuto in Aprica. Chi scrive è valtellinese, ma non risiede in Aprica, quindi i pensieri sono di chi la visita e la frequenta per lavoro o per divertimento.
In Aprica ci venivo a sciare tanti anni fa, ora non lo faccio più perchè ho appeso gli sci al chiodo, ma ho imparato sulle piste della Magnolta.
Soleggiate, sempre perfette, sono state la mia palestra. La domenica era consuetudine andare in Magnolta a sciare.
Sono stata anche al Palabione, ma della Magnolta conoscevo ogni dosso…che bei ricordi.
La comodità poi di arrivare in paese con gli sci ai piedi non è da tutti.
Oggi quando vado in Aprica guardo le bellissime piste del Baradello, Palabione, Magnolta, Campetti che sono collegate tra di loro e provo invidia per coloro che godono delle stupende giornate sulla neve.
La particolarità che mi colpisce di più è la tranquillità e il silenzio che trovi in paese.
Qui nessuno disturba, è un luogo rilassante e capisco le tantissime seconde case che ci sono. A volte mi guardo intorno e ho l’impressione di essere in un paese fantasma. Ma non in senso negativo, è come se la gente e le cose qui non facessero rumore. Tutto ovattato, tranquillo, rilassante. E’ una cosa che ho constatato ultimamente a furia di frequentarla spesso.
Aprica è tranquilla e rilassante ma di sera si anima, tanti i locali che si adoperano per organizzare sempre qualcosa di nuovo per rendere piacevole le serate di residenti e villeggianti.
Cosa c’è da fare in Aprica di giorno a parte sciare, cosa ormai nota?
Beh dipende dalla stagione. Sci, ciaspole, scialpinismo, pattinaggio su ghiaccio per la stagione invernale.
Poi dalla tarda primavera ci sono stupendi sentieri da percorrere a piedi, con le mountain bike.
C’è un fantastico osservatorio faunistico aperto tutto l’anno anche quando c’è la neve.
Puoi vedere gli animali del bosco che ti si avvicinano e puoi addirittura accarezzarli o dar loro da mangiare. C’è pure un orso bruno!
Ma puoi farlo solo con le visite guidate organizzate dal Dott. Bernardo Pedroni (biologo naturalista) che si occupa della gestione di questo fantastico angolo del Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi.
Dall’altra parte della montagna, salendo verso Trivigno c’è la Riserva Naturale di Pian di Gembro, fantastica località dove la natura fa da padrona.
Passeggiando intorno alla torbiera si vedono tantissime piante interessanti e inusuali, anche piante carnivore.
C’è un fantastico Ristoro, dove puoi riposare e rifocillarti dopo una passeggiata o un giro con gli sci di fondo in inverno.
Il CAI Aprica è molto attivo e se ami la montagna organizza tantissime escursioni pressochè gratuite a cui partecipare in assoluta sicurezza.
Che dire degli aprichesi? Li conosco soprattutto per lavoro e devo dire che sono molto variegati soprattutto per l’età.
Con i giovani c’è una bella intesa, nonostante io non sia più nel fiore della giovinezza, con i più maturi, noto una certa diffidenza a volte.
Mi guardano come persona forestiera, anche se sono Valtellinese purosangue, e a volte prima di strappare una parola o un sorriso ce ne vuole.
Qualcuno addirittura nemmeno mi ha ascoltata.
Poi invece ho avuto un’esperienza bellissima con due anziani signori, titolari di un bazar che vende di tutto e mi hanno trattenuto per un’ora a raccontarmi la storia e le peripezie della loro vita. Lui siciliano ex Carabiniere e lei di Aprica. Ho saputo delle storie del passato che avevano voglia di raccontarmi, avevano voglia di essere ascoltati e io l’ho fatto volentieri. E mi hanno pure ringraziata.
Ho conosciuto l’energia e l’intraprendenza dei giovani delle scuole di sci,in particolare della Full Sky e della GB Ski School, ho assaggiato la cucina di alcuni ristoranti, tra cui La Caveja, lo Stambèch, Bistrot e Piona che è anche birrificio.
Piano piano mi sto affezionando all’Aprica, ci vado ormai ogni settimana e sto imparando a conoscerla in tutte le sue sfaccettature.
Molto legata alle tradizioni sa mantenere vivo lo spirito della comunità, forse non quanto è nelle sue potenzialità ma si da da fare.
Conosco diversi giovani intraprendenti che stanno davvero facendo molto per offrire qualcosa di diverso e di entusiasmante a chi si avventura fin lassù.
Sport, musica, competizioni. Ogni anno ci si da da fare per attirare gente e farsi conoscere.
Conosco l‘Après Ski Baradello un luogo davvero originale all’arrivo delle piste da sci, il mitico Charlie Disco Club che è anche nei miei ricordi da ragazza, il Public dove mi sono fermata per una piadina, molto giovane e spumeggiante, e il Bar Bianco dove ho fatto merenda per scaldarmi in quell’ambiente giovane e ricco di allegria.
Come molti, quasi tutti i paesi della Valtellina, anche Aprica però deve imparare a far rete. La mia non vuole essere una critica, ma un consiglio costruttivo
perchè unendo le forze, tutti insieme si possono fare tantissime cose. Ancora di più di quelle che si organizzano ora. Perchè Aprica è bella e merita tutto questo.
E leggendo i commenti e gli apprezzamenti di chi la frequenta per diversi motivi, può diventare davvero una montagna di emozioni.
Ha tutte le carte in regola per far brillare ancora di più la perla che si nasconde nella conchiglia.